Una persona, in media, trascorrerà il 36% della propria vita a dormire. Il che significa che, se vivi 90 anni, passerai 32 anni a dormire.
In altre parole, passiamo circa un terzo della nostra vita a dormire.
E questo dato ci dice esplicitamente quanto sia importante il riposo per l’uomo.
Tuttavia, la maggior parte di noi, non ci pensa affatto.
Forse avete sentito quel vecchio detto: “dormirò solo quando sarò morto”.
Beh, desso sono molto serio, questo è un consiglio mortalmente sbagliato.
Lo sappiamo dagli studi epidemiologici su milioni di individui.
È una semplice verità: meno dormi, meno vivi.
Un sonno breve preannuncia una mortalità per cause di ogni tipo. Sta a noi scegliere.
Analizzando le persone con uno stile di vita irregolare, ad esempio con turni notturni per motivi lavorativi, si sono potuti constatare gli effetti negativi a lungo termine sul corpo e la mente di chi dorme poco o male.
Infatti è da sottolineare che poche ore di sonno incidono sulla salute fisica quanto sulle capacità cognitive.
In questi soggetti sono stati riscontrati:
- Maggiori probabilità di attacchi cardiaci
- Maggiori probabilità di sviluppare tumori
- Ridotta efficienza del sistema immunitario
- Capacità cognitive compromesse (come la capacità di prendere decisioni, livelli di attenzione e prestazioni ecc…)
- Umore altalenante e/o sottotono
- Livelli di stress maggiori
- Maggiore predisposizione all’obesità
- Testicoli più piccoli e riproduttività femminile alterata
Dati attendibili ci suggeriscono che la maggior parte di noi, negli anni ’50, faceva circa otto ore di sonno a notte, in media.
Oggigiorno, questi stessi dati, ci dicono che dormiamo da un’ora e mezza alle due in meno ogni notte: la media è scesa a sei ore e mezza per notte.
Questo è un grosso problema per gli adulti, ma lo è ancor di più per gli adolescenti.
Le ore di sonno di cui necessitiamo per riposare al meglio, infatti, variano in base alla nostra età biologica.